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Che cosa è

Il disturbo del sessuale desiderio sessuale ipoattivo (HSDD – Hypoactive sexual desire disorder) rappresenta la carenza o mancanza del desiderio e consiste nella sua inibizione del ciclo mestruale. Infatti, il desiderio è una componente importante della funzionamento erotico ed è quella che rafforza e anticipa il piacere sessuale. Il desiderio è la componente del funzionamento erotico strettamente collegata al piacere e innesca l’eccitazione, entrambi fenomeni prevalentemente psichici; infatti, tanto più qualcosa è desiderata e tanto più diventa piacevole.

Ciò che caratterizza il desiderio sessuale è la presenza di fantasie e pensieri sessuali e la volontà di realizzarli nell’attività sessuale; è una componente che varia da persona a persona e può dipendere dalle circostanze (come per esempio gravidanza, menopausa e ciclo mestruale, ma anche insoddisfazione del proprio corpo e bassa qualità del rapporto di coppia). La donna che vive questa situazione manifesta un’importante componente di disagio rispetto alla situazione di cui soffre, se ne lamenta ed è consapevole che questo problema è un elemento di disturbo che incide nelle sue relazioni interpersonali, sulle sue intenzioni con il partner e le altre persone.

Qualora le difficoltà sessuali siano connesse al desiderio si parla appunto di disturbi del desiderio; questi possono essere il disturbo da avversione sessuale o il disturbo da desiderio ipoattivo, del quale ci occupiamo.
Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è caratterizzato da poche o nulle fantasie sessuali o da poco oppure nessun interesse nel praticare l’attività sessuale. La persona che ne soffre può non aver voglia di intraprendere l’attività sessuale oppure può faticare a rispondere alle richieste sessuali del partner anche se poi ha il rapporto; inoltre, è sempre passiva, non prende mai l’iniziativa e accetta l’invito sessuale dal partner solo se stimolato in modo adeguato.

È un disturbo che può esordire anche nella pubertà, ma di solito è più frequente nell’età adulta quando il soggetto ha già maturato un periodo adeguato di interesse sessuale; di solito è correlato ad un disagio psicologico dovuto ad eventi stressanti e a difficoltà di tipo interpersonale. La perdita del desiderio, inoltre, può essere continua o episodica, dipendentemente dai fattori di coppia o psicosociali che interessano il soggetto. Qualora siano in modalità episodica possono verificarsi in relazione a problemi di intimità e di fiducia.

È un disturbo che può colpire entrambi i sessi, anche se il nostro intento è focalizzarsi sul disturbo da desiderio sessuale ipoattivo femminile. Può essere suddiviso in:

  • acquisito: il livello di desiderio sessuale è dipendente dalle aspettative e dalle esperienze di vita che ciascuno possiede riguardo al comportamento sessuale, a loro volta dovuti ad esperienze personali negative e apprendimenti culturali che possono condizionare il livello di desiderio sessuale;
  • situazionale: il desiderio sessuale sessuale è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze ambientali;
  • generalizzato: il desiderio sessuale scarso è presente costantemente ed è indipendente dalla variazione del partner;
  • permanente: la persona ha sempre avuto un livello di libido basso.

Da una ricerca condotta dall’Women’s International Sexuality and Health Survey (WISHeS) si stima che le donne che soffrono di disturbo del desiderio sessuale ipoattivo siano più inclini a provare disagio rispetto alla scarsità del loro desiderio e sono più inclini delle altre donne a provare sentimenti ed emozioni negative. Si stima che in Italia siano circa un milione che ne soffra (questo dato si riferisce solo alle donne che hanno subito la menopausa chirurgia, la condizione più critica di sviluppo di questa malattia). La ricerca ha coinvolto oltre 1700 donne, con il risultato che le donne con scarso desiderio sessuale, rispetto alla donne senza problemi di tipo sessuale, mostrano:

  • Un’incidenza 2,5 volte più elevata di scarsa felicità generale
  • Un’incidenza 3,5 volte più elevata di scarsa soddisfazione emotiva
  • Un‘incidenza 4 volte più elevata di scarsa soddisfazione fisica.

Questo dimostra l’importanza della componente sessuale per una buona qualità della vita e quanto il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo si rilevante.

Cause

Le cause del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo possono essere molteplici.
Per quanto riguarda le cause mediche e farmacologiche, il calo del desiderio sessuale può dipendere da:

  • malattie dell’ipofisi, come l’ipopituitarismo;
  • malattie psichiatriche, come la depressione o la schizofrenia;
  • malattie endocrine, che causino insufficienze surrenali (Malattia di Addison) oppure che comportino un’eccessiva attività della ghiandola surrenale (Sindrome di Cushing);
  • malattie della tiroide, come l’ipotiroidismo;
  • antinfiammatori steroidei;
  • antidepressivi triciclici, come Anafranil (Clomipramina), Tofranil (Imipramina),
  • Trittico (Trazodone) e Laroxil (Amitritiptilina);
  • ipnotici, come Halcion (Benzodiazepine) e Roipnol (Benzodiazepine);
  • antiepilettici, come Tegretol (Primidone) e Depakin (Valproato);
  • antipertensivi, come Inderal (Propanolo) e Hylorel (Guanetidina);
  • neurolettici tipici, come Largactil (Clorpromazina), Prozin (Clorpromazina) e
  • Talofen (Promazina);
  • abuso di sostanze: droga (come eroina, morfina e cocaina), metadone e alcool.

Per quanto riguarda le cause psicologiche, la mancanza di desiderio può riguardare sia l’individuo che la coppia. Relativamente alle cause individuali che portano all’insorgenza di questo disturbo si riscontrano:

  • il timore di perdere il controllo sotto la spinta degli impulsi sessuali, come la paura di dire o fare cose non appropriate che può inibire ogni propensione sessuale;
  • educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica, come convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale;
  • l’ansia e la preoccupazione per le implicazioni di una malattia e/o paura di una ricaduta, in particolare riguardo a malattie quali infarto e tumore;
  • una personalità ossessivo – compulsiva, come il disinteresse per gli aspetti ludici della vita, la difficoltà nei rapporti intimi o il contatto con i liquidi corporei;
  • gli stress interni, derivanti dal modo di pensare e di interpretare le situazioni, la mancanza di problem-solving per trovare soluzioni adeguate o l’influenza dello stress sugli ormoni;
  • gli stress esterni, come le preoccupazioni di tipo economico, i problemi di salute, la preoccupazione per le implicazioni di una malattia (propria o di una persona cara) e/o la paura di una ricaduta, il dolore per la perdita di una persona cara, la difficoltà sul lavoro e l’apprensione per i figli e i propri cari;
  • la paura della gravidanza, ambivalenza verso la possibilità di avere figli;
  • l’omofobia interiorizzata, ovvero persone che si impongono di amare una persona del sesso opposto, pur essendo attratti da persone dello stesso sesso, possono presentare un calo della libido;
  • la preoccupazione per il proprio invecchiamento, vedendosi invecchiare, la persona non si considera più attraente fisicamente e fa pensieri negativi (come “Gli anziani non sono sessualmente desiderabili”, “L’interesse per il sesso è anormale negli anziani”, “Gli anziani non provano desiderio sessuale e sono sessualmente incapaci”) convincendosi che il sesso non debba più costituire un fattore rilevante nella propria vita;
  • la sindrome del vedovo/a, ovvero uomini o donne che, sentendosi in colpa nei confronti del partner defunto, riscontrano dei problemi di desiderio (e/o di erezione nel caso degli uomini) quando iniziano dei rapporti sessuali con un nuovo partner.

Relativamente alle cause di tipo relazionale, sono più frequenti:

  • scarse abilità sessuali del compagno;
  • mancanza di attrazione per il partner o del coniuge;
  • conflitti di coppia, come risentimenti e rivendicazioni che, sorti in altri campi, si riversano nel campo sessuale;
  • difficoltà a fondere i sentimenti di amore con il desiderio sessuale, succede che alcune persone scelgano partner che stimano ed amano, ma che non riescono ad apprezzare dal punto di vista sessuale.

Disturbi associati

Il disturbo da desiderio ipoattivo può dipendere o essere associato ad altre forme di disturbo, come per esempio da problemi riguardanti l’eccitazione sessuale o da difficoltà relative al raggiungimento dell’orgasmo.
La carenza di desiderio può essere la causa primaria del disturbo oppure può essere una conseguenza dovuta al disagio emotivo per l’incapacità di provare eccitazione o raggiungere l’orgasmo.
Inoltre, può essere associato anche a disturbi che non competono la sfera sessuale, come depressione o condizioni di malessere fisiche.
Chi manifesta questo disturbo può manifestare anche problemi a mantenere relazioni stabili.

Trattamento

I fattori che determinano il disturbo del desiderio ipoattivo sono complessi, numerosi e di diversa origine, di conseguenza la terapia deve considerare tutti questi aspetti per creare delle basi che siano peculiari per la situazione posta in essere. Per quanto riguarda la causa biologica e organica, spesso non sono evidenziati dai test in laboratorio o dagli esami medici dei disturbi particolari; è quindi bene fare un controllo del livello del testosterone, poiché è l’ormone responsabile dell’insorgenza del desiderio sessuale non solo dell’uomo ma anche della donna.

La terapia cognitivo-comportamentale prevede in genere l’analisi delle varie esperienze sessuali traumatiche, il superamento delle insicurezze relative alla propria sessualità, la ristrutturazione delle relazioni familiari disturbate e la ristrutturazione di tutte le convinzioni disfunzionali relative alla propria sessualità. Durante la terapia verranno utilizzate delle strategie ulteriori, come:

  • le tecniche di ristrutturazione cognitiva per la riduzione dell’ansia, attraverso una tecnica di rilassamento che sia maggiormente efficace per il paziente, come la respirazione diaframmatica o il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson;
  • la psicoeducazione, che analizza diverse competenze come la conoscenza dell’anatomia sessuale e il suo ciclo di risposta (ovvero le fasi del funzionamento erotico), la comprensione dei fattori psicologici e fisiologici coinvolti nel rapporto sessuale, il miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (attraverso l’esplorazione visiva e cinestetica) e l’esame di tutte le credenze e i miti relativi al sesso;
  • l’insegnamento di abilità sessuali, utili a produrre cambiamento e a rinnovare il rapporto di coppia per uscire dal circolo vizioso negativo;
  • la psicoterapia di coppia, infatti la collaborazione del partner può contribuire a ridurre o alleviare le aree di conflitto (come per esempio conflitti relativi a depressione o disfunzioni sessuali, difficoltà relativa all’eccitazione o al raggiungimento dell’orgasmo.

Disturbo dell’eccitazione femminile

Che cosa è

L’eccitazione è un’emozione che si può considerare simile al desiderio, tuttavia ne differisce poiché si sviluppa a livello corporeo. Di conseguenza, come l’orgasmo, l’eccitazione è un fenomeno per lo più fisico e che prevede che nella donna avvengano una serie di reazioni neurovegetative, muscolari e endocrine oltre alla lubrificazione vaginale. L’eccitazione sessuale è una reazione che nasce dal desiderio, prepara la donna all’orgasmo e produce l’attivazione dell’organismo che rappresenta un vissuto di piacere sessuale; possiamo dunque definirla una percezione, di natura sia mentale che fisica, che produce dei cambiamenti che portano all’attivazione sessuale.

I disturbi della sfera sessuale che si riferiscono a questa fase del ciclo sessuale vengono dunque definiti disturbi della sfera sessuale e si suddividono in disturbi dell’eccitazione sessuale maschile e in disturbi di eccitazione sessuale femminile, che sono quelli che verranno descritti di seguito.

Il disturbo dell’eccitazione femminile si riferisce ad una difficoltà nella stimolazione sessuale delle donne, che viene descritto come una difficoltà nell’attività sessuale di natura persistente e ricorrente. Nelle donne che soffrono di questo disturbo il problema risiede in un’alterazione della risposta di eccitamento. La caratteristica principale di questo disturbo sessuale è rappresentato dall’incapacità di raggiungere e attraversare le fasi riscontrate in una normale eccitazione femminile; queste fasi sono:

  • la lubrificazione e tumescenza, ovvero il gonfiamento, vaginale che sono le risposte adeguate all’eccitazione sessuale;
  • la capacità di raggiungere e mantenere l’eccitazione fino al completamento del rapporto.

I sintomi che una donna che soffre di questo disturbo manifesta sono proprio l’incapacità di attraversare queste fasi; infatti, non si verificano ne il rigonfiamento dei genitali esterni ne la lubrificazione vaginale. In questo modo la donna affetta da disturbo dell’eccitazione non riesce a percepire nessuna attivazione sessuale.

Qualora la donna manifesti oltre alla mancanza di eccitazione anche dolore durante il rapporto sessuale allora è probabile che la donna adotti un comportamento di evitamento di contatto sessuale con il proprio partner.
Possono esserci differenti forme del disturbo di eccitazione sessuale:

  • Acquisito, in cui le difficoltà che riguardano la risposta di eccitazione sono insorte in seguito a apprendimenti culturali ed esperienze personali negative che possono aver condizionato l’atteggiamento verso la sessualità;
  • Situazionale, quando la difficoltà a eccitarsi è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze ambientali.
  • Generalizzato, quando invece la difficoltà a eccitarsi è presente costantemente e al variare dei partner;
  • Permanente, qualora la donna abbia, da sempre, presentato la difficoltà.

Cause

Le cause che portano alla manifestazione del disturbo dell’eccitazione sessuale sono molteplici:

  • scarso tono dei muscoli perivaginali (soprattutto pubo-coccigei), dal quale risulterebbe in un’assenza di sensibilità sessuale nell’area vaginale e quindi comporterebbe difficoltà di eccitamento e di orgasmo;
  • carenze ormonali (estrogeni e/o testosterone) e menopausa;
  • omofobia interiorizzata;
  • fobie sessuali specifiche;
  • difficoltà nell’elaborazione di fantasie sessuali;
  • scarse abilità di comunicazione della coppia;
  • scarse abilità sessuali della donna e/o del partner.

Trattamento

Come nel caso del disturbo da desiderio ipoattivo, anche in questa tipologia di disturbo è prevista un’analisi con la paziente in modo da individuare e comprendere quali siano le ragioni emotive e i pensieri che hanno portato alla maturazione di queste difficoltà relative alla sfera sessuale. Anche in questo caso il terapeuta si avvale di diverse strategie atte a ristrutturare e modellare le insicurezze e i timori della paziente. Durante la terapia verranno utilizzate delle strategie ulteriori, come:

la psicoeducazione (tecnica che viene utilizzata anche nella terapia del disturbo da desiderio ipoattivo), che analizza diverse competenze come la conoscenza dell’anatomia sessuale e il suo ciclo di risposta (ovvero le fasi del funzionamento erotico), la comprensione dei fattori psicologici e fisiologici coinvolti nel rapporto sessuale, il miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (attraverso l’esplorazione visiva e cinestetica) e l’esame di tutte le credenze e i miti relativi al sesso;

  • il training di abilità sessuali;
  • degli esercizi di stimolazione genitale e/o uso di vibratori;
  • l’uso di materiale erotico (fotografie, film, libri) e la stimolazione delle fantasie sessuali;
  • degli esercizi (esercizi di Kegel), per migliorare la sensibilità vaginale e la capacità di eccitamento e di orgasmo;
  • degli esercizi di focalizzazione sensoriale, ovvero una procedura mediante la quale si ricomincia a manifestare l’affetto attraverso il contatto fisico;
  • il training della comunicazione, mirato a facilitare la comunicazione generale e sessuale tra i partner;
  • le terapie ormonali a base di estrogeni o testosterone, al fine di migliorare la lubrificazione e lo spessore delle pareti vaginali.

Attualmente si stanno valutando degli interventi di tipo medico che possano essere utili diminuire gli effetti del disturbo di eccitazione sessuale. Si tratta di farmaci ancora in fase di sperimentazione, ma quelli che per ora hanno ottenuto maggiore interesse sono:

  • farmaci a assunzione orale, mirati alla stimolazione del sistema nervoso simpatico, del flusso sanguigno, o di alcune componenti del sistema nervoso;
  • prodotti indirizzati all’aumento del flusso sanguigno ai genitali e che facilitino la lubrificazione, come per esempio creme per la vasodilatazione che aumentino l’espansione delle arterie così da aumentare il flusso sanguigno al tessuto genitale.
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