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Le difficiltà della vita ed i meccanismi con cui ne sfuggiamo

Per combattere l’emicrania usiamo i nostri farmaci, per il mal di schiena ci affidiamo alla mano esperta di un fisiatra e questo accade anche per altri svariati problemi fisici. Ma quando il malessere diventa psicologico? Spesso si tende ad allontanare il pensiero che delle particolari difficoltà possano derivare semplicemente da un malessere mentale. Infatti, una delle cure maggiormente messe in atto per questo genere di problematiche è quella “fai da te” comprendente alcol o droghe.
Ci sono ostacoli che scandiscono quotidianamente la nostra esperienza, difficoltà che praticamente convivono con noi e che, proprio per questo, non ci rendiamo conto neanche di avere. Arrivano, però, dei momenti in cui il peso di queste fatiche si fa sentire ed è proprio in tali casi che si ha il bisogno di usare alcol o droga per riuscire a percepire un senso di leggerezza. Questo evidenzia che l’aspetto attrattivo di queste sostanze è soprattutto il loro effetto rilassante e alleviante e che l’uomo è sempre alla ricerca di ciò che possa distrarlo maggiormente dai problemi. Con distrazione, però, non si intende solo l’utilizzo di sostanze dannose al nostro organismo, bensì anche la pratica di determinate attività che possano allontanare per un momento ciò che infastidisce il nostro benessere.

L’importanza di saper gestire la noia

Tuttavia, il pericolo dell’assuefazione è sempre dietro l’angolo. La quantità di stimolazione necessaria per tenere lontano particolari pensieri può aumentare man mano che ci si abitua a ciò che fa stare bene e, così, si può finire con l’aumentare l’intensità dell’esposizione a tali stimoli o col ricercare nuove attività, da sostituire a quelle che ormai non tappano a dovere i pensieri con cui non si vuole rimanere da soli. Spesso a queste dinamiche viene dato il nome di noia, affermando di aver bisogno di tenersi occupati il più possibile per non provare questa sgradevole sensazione.
Ma la noia è davvero riducibile alla sola inattività? La semplice osservazione di un bel panorama, magari all’alba, facendo caso a tutti i colori che cambiano di fronte a noi, potrebbe essere associata alla noia? Per la maggior parte delle persone no, anzi, questo appare essere un momento particolarmente desiderabile. Dunque, quella che chiamiamo noia sembrerebbe composta da ben altro, da qualcosa che infastidisce, che rende inquieti, irritati, ansiosi e che ci costringe a vivere emozioni a cui vorremmo solo sfuggire.

Il rimanere soli con i nostri pensieri e le nostre emozioni ha, però, una doppia valenza, poiché è vero che può metterci di fronte a realtà che minano la nostra persona, ma è altrettanto vero che imparando a stare con noi stessi potremmo imparare a cogliere anche aspetti diversi da quelli che siamo abituati a percepire, aspetti piacevoli che possano rendere affrontabili persino i pensieri negativi.

Come sviluppare l’arte della sopportazione

Il detto dice: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, allora non resta che armarsi di remi e imbarcazione e mettersi in viaggio per attraversare questo mare! Per mettersi in gioco e iniziare a praticare queste tipologie di esperienze può essere d’aiuto la tecnica della Mindfulness, che permette di allenarsi a stare in qualunque esperienza senza modificarla o rifuggirla. Il fine di questa tecnica non è allontanare o coprire il problema, bensì imparare l’arte della sopportazione. La tolleranza agli eventi e alle sensazioni sgradevoli è il primo passo per non lasciarsi sopraffare da esse. Ecco, dunque, i tre tipi di pratica della Mindfulness:

  • La pratica informale della Mindfulness. Questa consiste nel soffermarsi su ogni genere di sensazione che si presenta nella propria giornata, prestando attenzione a ciò che accade momento per momento. Dalle azioni più banali quali lavarsi le mani, camminare per strada, salire delle scale o prendere l’ascensore. Sono tutte attività dalle quali si possono cogliere numerose sensazioni, belle o brutte che siano, ma pur sempre parte della propria esistenza e soprattutto del proprio presente. Come facilmente si evince, le opportunità per fare pratica informale di Mindfulness sono realmente infinite e con tale allenamento si giungerà sia ad apprezzare tutte quelle minuzie che un tempo apparivano a noi completamente invisibili, sia a sopportare ciò che prima ci infastidiva e distraeva.
  • La pratica formale della meditazione. Questa tecnica è una vera e propria palestra per imparare a coltivare la Mindfulness. Consiste nel ritagliarsi una parte del proprio tempo per allenare la concentrazione, soffermandosi su un particolare aspetto di sé come il respiro o il battito cardiaco. Apparentemente, a parole, può sembrare un esercizio banale, ma provandolo su se stessi sarà subito evidente quanto velocemente la mente tende a divagare e a cambiare focus attentivo. Una volta giunti ad un livello di concentrazione tale da riuscire a non allontanare il pensiero su ciò che non è richiesto, si passa alla seconda fase dell’allenamento: la meditazione di consapevolezza. Quest’ultima avviene concentrando la propria attenzione verso tutte le sensazioni fisiche o le manifestazioni fisiche delle esperienze emozionali che affiorano alla nostra consapevolezza, come un prurito, un suono o della tensione avvertita in qualche parte specifica del corpo. Questo tipo di esercizio permette di raggiungere la piena coscienza della propria esperienza presente e di accettarla per come è.
  • La pratica in ritiro. Una vera e propria vacanza dedicata alla Mindfulness, in cui ci sono lunghi periodi di pratica meditativa formale, rimanendo in silenzio e limitando i contatti con le altre persone il più possibile, in modo da avere l’opportunità di ascoltare se stessi a trecentosessanta gradi. Con tale esperienza anche l’essere semplicemente presenti appare un ostacolo inizialmente difficile da superare, poiché la mente sembrerà attiva come non lo è mai stata, soffocata da pensieri e ricordi di ogni tipo, episodi carichi di emozioni conosciute e non. Quello che il ritiro mira a far sperimentare è capire come solamente la nostra mente possa creare sofferenza pur essendo in un ambiente che provvede ad ogni tipo di necessità.

Come appare ormai chiaro, la Mindfulness è un’esperienza che bisogna praticare per capire profondamente il significato della filosofia su cui poggia e i risultati che può imprimere sulla quotidianità di ognuno di noi. Se ti interessa approfondirne qualche aspetto e conoscere in prima persona questa tecnica, contattami. Sono qui per te.

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