I figli possono andare incontro a reazioni secondarie a eventi traumatici, avvenuti molto prima che loro nascessero e di cui non hanno esperienza diretta. È rilevante rimarcare infatti, che gli effetti traumatici causati da situazioni gravemente traumatiche non riguardano unicamente le persone che le hanno vissute o che vi hanno assistito, ma anche le loro famiglie e la loro progenie.
Solitamente ci si domanda quali siano le conseguenze psicologiche a cui sono esposti i bambini che hanno vissuto delle situazioni traumatiche, come abusi, perdite o catastrofi ambientali, invece raramente ci si interroga sui possibili esiti dell’essere figli di genitori che nella loro vita sono stati esposti in prima persona ad eventi traumatici. In queste circostanze la prole può andare incontro a reazioni secondarie a eventi traumatici, avvenuti molto prima che loro nascessero e di cui non hanno alcuna esperienza diretta.
Come il racconto del trauma influenza l’epigenetica
Gli effetti negativi di un ambiente altamente disfunzionale possono ricadere sulle generazioni future: oltre alle guerre possiamo pensare alle popolazioni vittime di catastrofi naturali e carestie. Uno studio di Pembrey et al. del 2006 ha dimostrato come questi avvenimenti verificatesi durante la vita dei nonni abbiano influenzato la vita media dei nipoti, ipotizzando che le conseguenze degli effetti negativi di una condizione ambientali possono modificare l’epigenetica.
I cambiamenti a livello epigenetico sono caratterizzati da numerosi processi biochimici che però non modificano le sequenze iscritte nel DNA e sono influenzati dall’ambiente che modellerebbe l’attività trascrizionale dei geni, senza modificare il codice genetico sottostante.
Le ricerche dimostrano che il trauma psicologico porta a cambiamenti epigenetici che possono avere effetti anche a lungo termine sulla plasticità cerebrale, sullo sviluppo e sul metabolismo neuronale. Questo porta a ricadute negative nelle funzioni dei neurotrasmettitori, nella regolazione immunitaria e nella capacità di avere un comportamento adattivo di fronte allo stress (resilienza), contribuendo alla generazione di endofenotipi di vulnerabilità (Zannas et al., 2015).
Il disturbo post traumatico da stress può manifestarsi non solo in persone che hanno subito o assistito a un evento traumatico, ma anche in coloro che ne sono venuti a conoscenza attraverso i racconti dei propri cari.
La sindrome del sopravvissuto, tramandata attraverso le generazioni
Un elemento importante da sottolineare è che più è precoce l’età dell’esposizione al trauma più i cambiamenti epigenetici sono duraturi, quindi più il bambino è piccolo più gli effetti rimarranno in modo marcato. Nello specifico la metilazione del DNA e l’acetilazione dell’istone (cambiamenti biochimici coinvolti nell’epigenetica) sono coinvolti in ogni fase della memorizzazione della paura. Questi processi si sono mostrati alterati nei pazienti affetti da PTSD.
Uno studio del 2012 (Braga et al.) ha dimostrato che nelle persone sopravvissute all’Olocausto si evidenzia una sorta di “sindrome del sopravvissuto” che viene tramandata di generazione in generazione. In queste generazioni successive si rilevano una vasta gamma di stati affettivi negativi come un profondo senso di sfiducia nel mondo, il dolore cronico, l’incapacità di comunicare i propri sentimenti, una paura costante del pericolo, ansia da separazione e iperprotettività all’interno del proprio nucleo famigliare.
EMDR per la cura della trasmissione del trauma
L’EMDR si è rivelata una valida strategia anche nella cura della trasmissione transgenerazionale del trauma. Il lavoro in questo caso non viene fatto su un episodio che è stato vissuto in prima persona ma sui racconti che di generazione in generazione sono stati fatti relativi all’evento traumatico vissuto dai propri genitori, nonni, o bisnonni.
Se anche tu vivi un profondo senso di sfiducia nel mondo, una paura cronica che ostacola ogni tuo movimento di cui non sai darti una spiegazione razionale, contattami. Un’attenta analisi della tua storia di vita potrebbe portare le risposte che finora non sei riuscito a darti e l’EMDR potrebbe essere la soluzione definitiva per stare bene.
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Psicologa clinica e psicoterapeuta a indirizzo cognitivo costruttivista, esperta in psicologia giuridica, CTU per il Tribunale di Brescia, formatrice. Si occupa di disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dell’umore, disturbi dell’apprendimento.