Un giorno, entrando nel solito bar a prendere il solito caffé, sono stata attratta dal rumore delle monetine che un signore stava inserendo nella “slot”… non so perché quel giorno ha attirato la mia attenzione, la macchinetta era sempre stata lì… tra il resto del caffè c’era una moneta da un euro, mi sono detta “perché no…”, e l’ho infilata nella macchinetta… ho vinto cento euro. A quel punto li ho rigiocati immediatamente tutti… perdendoli. Dal quel giorno, solo ora me ne rendo conto, un giorno alla volta ho cominciato a raccontare bugie, creare falsi alibi, pur di poter giocare, di trovare i soldi… all’inizio giocavo piccole cifre, che poi sono diventate sempre più alte, ogni volta mi ripromettevo che quella sarebbe stata l’ultima giocata.
Il gioco d’azzardo patologico è una dipendenza comportamentale che porta la persona a sviluppare una crescente sottomissione nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche (con prestiti o furti) e trascurando gli impegni che la vita gli richiede.
La dipendenza dal gioco d’azzardo si caratterizza per:
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forte desiderio di giocare e difficoltà a controllare il gioco;
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sintomi di astinenza quando non si può giocare;
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bisogno di aumentare costantemente le puntate e i rischi per mantenere elevata l’emozione e l’eccitazione;
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dare precedenza al gioco rispetto ad altre attività e altri obblighi;
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continuare a giocare nonostante le conseguenze negative.
Le maggiori conseguenze del gioco d’azzardo patologico sono:
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disturbi di concentrazione o rendimento, ansia, insonnia;
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depressione, stati d’ angoscia;
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sviluppo di una potenziale dipendenza da droghe, alcool, tabacco e medicamenti;
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inappetenza, disturbi gastrointestinali e agitazione motoria;
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difficoltà nel rapporto di coppia e problemi sessuali;
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compiere atti illeciti per procurarsi denaro;
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isolamento sociale;
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aumento del rischio di suicidio.
Un giorno, entrando nel solito bar a prendere il solito caffé, sono stata attratta dal rumore delle monetine che un signore stava inserendo nella “slot”… non so perché quel giorno ha attirato la mia attenzione, la macchinetta era sempre stata lì… tra il resto del caffè c’era una moneta da un euro, mi sono detta “perché no…”, e l’ho infilata nella macchinetta… ho vinto cento euro. A quel punto li ho rigiocati immediatamente tutti… perdendoli. Dal quel giorno, solo ora me ne rendo conto, un giorno alla volta ho cominciato a raccontare bugie, creare falsi alibi, pur di poter giocare, di trovare i soldi… all’inizio giocavo piccole cifre, che poi sono diventate sempre più alte, ogni volta mi ripromettevo che quella sarebbe stata l’ultima giocata.
Ciao, io sono Simona. Sono psicoterapeuta, psicologa giuridica e coordinatore genitoriale. Mi occupo di consulenze tecniche d’ufficio per il Tribunale Ordinario e per il Tribunale per i Minorenni di Brescia, e sono ausiliario del PM per la Procura della Repubblica di Brescia.
Nel tempo libero amo respirare viaggi e nutrirmi di arte. Amo fare lunghe passeggiate in natura, sola o con i miei figli. Non rifiuto mai una buona cena in compagnia degli amici più cari.