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Disturbo bipolare

Che cosa è

Il disturbo bipolare, conosciuto anche come psicosi maniaco depressiva o malattia maniaco depressiva, si caratterizza per profonde alterazioni dello stato dell’umore con ripercussioni importanti sul comportamento, sui pensieri e sul sentire emotivo degli individui che accusano tale patologia. Le alterazioni del tono dell’umore sono causate da un malfunzionamento del sistema limbico del nostro cervello, che è incaricato di mantenere stabile e regolare il nostro stato d’animo in modo da rispondere correttamente agli stimi e ai cambiamenti dell’ambiente. A livello emotivo si hanno passaggi, anche molto repentini, da uno stato profondamente depresso a uno stato di intensa ma infondata euforia accompagnata da irritabilità, logorrea, iperattività, scarsa capacità di attenzione, inopportuna e invadente socievolezza, creazione di piani grandiosi e inattuabili. I tentativi di fermare questo genere impulsi provocano rabbia e a volte reazioni furiose.

Spesso il disturbo si accompagna ad abuso di sostanze (droghe, alcool).
Esistono diverse tipologie del disturbo bipolare che variano in base alla ciclicità con cui fase depressiva e fase maniacale si alternano, e in base all’intensità delle fasi maniacali. Quando c’è una compresenza dei sintomi depressivi e maniacali o ipomaniacali si parla di stato misto, caratterizzato da una predominanza di irrequietezza, irritabilità e ansia. A differenza delle normali oscillazioni del tono dell’umore, quelli tipici delle manifestazioni del disturbo bipolare influiscono sui rapporti interpersonali, sull’attività lavorativa e sociale, sfociando anche in alcuni comportamenti suicidari.

Il disturbo bipolare può essere curato da specialisti ben informati su tale patologia. Infatti, è una patologia che può essere completamente compatibile con una vita normale e produttiva purché la terapia avvenga e venga controllata in modo frequente e costante per tutta la vita. È una patologia colpisce circa il 4% della popolazione ma non viene riconosciuta con facilità, quindi potrebbero passare anni prima che la persona affetta da tale patologia posano ricevere una diagnosi corretta e sottoporsi ad un adeguato trattamento. Si manifesta solitamente con un episodio maniacale o misto intorno ai 30 anni ed è più frequente nelle donne.

Quali sono i sintomi

Fase depressiva

I sintomi tipici di questa fase sono caratterizzati da pensieri orientati alla depressione (ad esempio “Non c’è più speranza!”, “Non ce la farò mai!”), umore depresso, disturbi del sonno (risvegli notturni con difficoltà a riprendere sonno, eccesso di sonno o difficoltà ad addormentarsi), idee di morte, disturbi dell’alimentazione (inappetenza o, più raramente, iperfagia), sensazione di fatica e mancanza di energia, ansia, agitazione o rallentamento psicomotorio, mancanza di speranza, ridotto desiderio sessuale, incapacità di trarre piacere dalle situazioni che normalmente in passato generavano soddisfazione e gioia, sensazione che gli altri non comprendano la situazione che vive il paziente e siano ottimisti inutilmente, irritabilità, sentimenti di inferiorità e di colpa, difficoltà di attenzione e di concentrazione. Si può dire di episodio depressivo solo se i sintomi perdurano per un periodo di almeno 2 settimane; non va confusa con un naturale sentimento di tristezza o con una temporanea depressione successiva alla perdita o al lutto di una persona cara.

Fase maniacale

I sintomi maniacali invece possono essere di diversa intensità, come quelli depressivi, ma si manifestano in modo eclatante. Ci sono diversi sintomi principali come comportamenti disinibiti eccessivi, allegria, spendere denaro e fare acquisti con facilità estrema, buon umore esagerato e inusuale agli occhi delle altre persone, capacità di iniziare molteplici attività contemporaneamente ma senza portarne a termine nessuna, iper attenzione e aumento della velocità dei pensieri, ridotto bisogno di sonno, alta distraibilità, aumento del desiderio sessuale, modifica del proprio modo di vestirsi e truccarsi rendendolo più inappropriato, seduttivo e appariscente, atteggiamenti provocatori, intensa sensazione di energia e di senso di infaticabilità, estrema irritabilità, diminuzione della capacità di giudizio, comportamenti impulsivi e aggressivi che influiscono gravemente sulle attività personali e lavorative, fiducia nelle proprie capacità non realistica, incremento della irrequietezza, abuso di aclool, farmaci e droghe (soprattutto della cocaina). Qualora i sintomi durino per più di una settimana allora si parla di episodio maniacale.

Fase ipomaniacale

L’ipomania potrebbe essere scambiata per felicità, ma in realtà la prima non ha una causa precisa e quindi viene percepita dalle altre persone come inusuale. È una instabilità e alterazione del tono dell’umore, meno intensa della mania, che è generalmente preceduta da una fase depressiva.
Esistono due forme principali di disturbo bipolare: il disturbo bipolare di tipo I e di tipo II. Entrambi sono caratterizzati da episodi depressivi, ma differiscono perché nel disturbo di tipo I sono affiancati da episodi maniacali mentre nel disturbo di tipo II sono affiancati da episodi ipomaniacali.
La ciclotimia, che verrà spiegata successivamente, è una variante di minore intensità del disturbo bipolare, caratterizzata da cambiamenti comportamentali dovuti a episodi di lieve intensità ma frequenti che producono complicazioni nell’attività psicosociale. Solitamente sfocia in un disturbo bipolare di tipo II, nella minoranza dei casi sfocia nel tipo I.

Ci sono sintomi psicotici che a volte possono essere inclusi in casi di severi episodi depressivi o maniacali; i sintomi più comuni sono i deliri ( i deliri di grandezza durante la fase di mania, come credere di essere un personaggio importante; i deliri di colpa durante la fase depressiva, come credere di aver commesso un terribile crimine) e le allucinazioni (per esempio sentire odori o udire voci che nessun altro sente). Altri pazienti potrebbero commettere tentativi di suicidio; chiunque pensi al suicidio deve subito risolversi ad un sanitario, medico psichiatra o psicologo. All’inizio della malattia il rischio di suicidio è più alto poiché non ha ancora chiaro il tipo di malattia di cui soffre e come affrontarla; prima si impara a conoscere la malattia e prima si impara a gestirla.

Soffri di disturbo bipolare? Come saperlo

Il periodo in cui di solito le persone che soffrono di disturbo bipolare si rivolgono ai professionisti è la fase depressiva, di solito omettendo di aver passato delle fasi di umore elevato o maniacale. Per questo è importante che chi si rivolge ad un medico o ad uno psicologo in preda ad una grave fase depressiva possa appoggiarsi all’aiuto di un familiare per ricostruire le varie fasi della patologia; invece la diagnosi è molto più facile qualora la persona sia soggetta ad un episodio maniacale.

È importante fare attenzione ai sintomi in modo da fare una corretta diagnosi; infatti è possibile che non ci siano fasi di eccitamento correlate alla depressione, in quel caso si può parlare di depressione maggiore o depressione monopolare. Gli indizi per capire se si tratta di disturbo bipolare sono: avere sintomi gravi come i deliri correlati alla depressione, avere un familiare affetto da disturbi dell’umore o da disturbo bipolare, avere avuto nella propria vita e prima dell’episodio depressivo un temperamento molto brillante e poco suscettibile alla fatica e una straordinaria capacità di lavoro.

Talune volte chi ha un disturbo bipolare associato a sintomi psicotici può ricevere una erronea diagnosi di schizofrenia, che essendo una patologia mentale grave può portare a trattamenti sbagliati. Possiamo distinguere un disturbo bipolare da un disturbo psicotico (come la schizofrenia), poiché i deliri e le allucinazioni solitamente riflettono la fase dell’umore attraversata dalla persona.

È raro ma comunque possibile fare una diagnosi di disturbo bipolare anche in età pediatrica; un’accurata valutazione è necessaria in modo da distinguerla da altre patologie dell’infanzia come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

Le cause

Dalle ricerche si evince che la genetica ha un ruolo fondamentale nell’esordio del disturbo bipolare; è una malattia ereditaria con una base biologica e che possiede una capacità di essere trasmessa geneticamente. È comunque importante precisare che il figlio di una persona con disturbo bipolare ha una maggiore predisposizione all’essere affetta da disturbo bipolare, ma non ha una probabilità del 100% di soffrirne in futuro. Finora le teorie ritenevano che i fattori psicologici e sociali fossero la causa del disturbo bipolare, invece adesso ha assunto un ruolo maggiore il fatto che tali fattori possano scatenare o aggravare il disturbo bipolare ma non causarlo.

Trattamento Disturbo Bipolare

Il disturbo bipolare è curabile ed è totalmente compatibile con una vita normale e produttiva, ma il trattamento cui ci si sottopone di solito dura tutta la vita. Alla stessa stregua del diabete e delle malattie cardiologiche, infatti, il disturbo bipolare è una malattia di lunga durata che deve essere controllata costantemente.
L’approccio per questo tipo di disturbo, quindi, è integrato e combina la farmacoterapia alla psicoterapia. E’ importante precisare che la psicoterapia non può sostituire i farmaci e non è efficace da sola nella prevenzione delle ricadute e nel trattamento del disturbo. Molti studi, tuttavia, hanno indicato che gli interventi psicologici possono migliorare la stabilità dell’umore umore nel tempo, ridurre i ricoveri ospedalieri e migliorare il funzionamento dell’individuo. Il trattamento ha miglioramenti nella maggior parte dei casi se è continuo piuttosto che intermittente; tuttavia possono esserci dei cambiamenti del tono dell’umore nonostante il trattamento non venga interrotto, in questo caso è importante segnalare i cambiamenti immediatamente al medico.

Il trattamento farmacologico per il disturbo bipolare prevede i farmaci stabilizzatori del tono dell’umore, in modo da evitare la ricorrenza con le quali avvengono le oscillazioni dell’umore. Il migliore per il trattamento della mania è risultato il litio carbonato; per quanto riguarda gli anticonvulsivanti con effetto stabilizzatore i più efficaci risultano: la carbamazepina (Tegretol) per trattare la mania, la lamotrigina (Lamictal) per prevenire le ricadute depressive e il valproato sodico (Depakin e Depamag) per trattare la mania e gli stati misti. Per quanto riguarda gli antipsicotici atipici per stabilizzare il tono dell’umore i più efficaci sono il risperidone (Risperdal), la clozapina (Leponex), l’ olanzapina (Zyprexa) e la quetiapina (Seroquel).

La psicoterapia può essere molto utile in aggiunta alla farmacoterapia per chi soffre di disturbo bipolare; è importante come aggiunta non in sostituzione della farmacoterapia. Gli interventi psicologici sono utili per migliorare il funzionamento dei pazienti, stabilizzare l’umore e ridurre le ospedalizzazioni.
L’obiettivo dell’intervento psicoterapico è quello di aiutare l’individuo a conoscere meglio il proprio funzionamento e ad accettarlo, a distinguere se stesso e la propria personalità dalla malattia, a migliorare la gestione dello stress e indirettamente, quindi, a ridurre i fattori di rischio di ricaduta.

La terapia cognitivo-comportamentale è risultata la più efficace dei trattamenti utilizzati per curare questo tipo di disturbo, attraverso la compilazione di una tabella dei sintomi rispetto alla qualità e quantità del sonno, le oscillazioni dell’umore e l’assunzione quotidiana dei farmaci; in questo modo si agisce sul paziente aumentando la consapevolezza del suo disturbo e la sua gestione oltre al fatto che in questo modo il medico può essere completamente informato sull’andamento dei sintomi in modo da reimpostare il trattamento in modo efficace a seconda delle oscillazioni umorali.

È utile, infine, un trattamento psicoeducativo per il soggetto e i suoi familiari perché comprendano meglio le fasi della malattia.

Il Centro Clinico Clarense rappresenta un valido riferimento, nella provincia di Brescia e Bergamo, per il sostegno psicologico al disturbo bipolare. Per la terapia di questo disturbo collabora con eccellenti psichiatri della zona al fine di garantire anche l’adeguato supporto farmacologico.

Ciclotimia

Che cosa è

Il disturbo ciclotimico viene considerato una variante minore del disturbo bipolare, che evolve maggiormente verso un disturbo bipolare di tipo II e con minor frequenza in uno di tipo I. Akiskal, che basa la sua teoria sul pensiero di Kraepelin, definisce la ciclotimia come il substrato temperamentale dei disturbi bipolari. È caratterizzata da un decorso cronico e da una elevata frequenza degli episodi, infatti uno dei criteri di esclusione del DSM IV relativo alla diagnosi di ciclotimia è l’assenza di episodi per un periodo di soli 2 mesi. Sono episodi di lieve intensità che però comportano complicazioni di ordine psicosociale a causa della frequenza e dei cambiamenti che essi comportano. Molti pazienti ciclotimici vengono diagnosticati come affetti da disturbo borderline di personalità.

Quali sono i sintomi

Il disturbo ciclotimico è caratterizzato da sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, ma presenti con intensità minore. Le fasi di alti ciclotimici si caratterizzano per una sintomatologia tipica di uno stato d’animo elevato, anche detti sintomi ipomaniacali, simili a quelli della mania ma meno gravi, in cui il paziente manifesta ottimismo eccessivo, sensazione che tutto sia possibile e umore euforico, aumenta l’attività perché la persona si sente piena di energia, i pensieri si succedono rapidamente fino a far diventare le azioni del soggetto disorganizzate e inconcludenti; talvolta è caratterizzato da umore euforico (caratterizzato da intolleranza, irritabilità e rabbia). Le fasi di bassi ciclotimici invece si caratterizzano per una sintomatologia depressiva moderata o lieve, caratterizzata da perdita di interesse e piacere per le attività quotidiane, affaticamento e tristezza, diminuzione della capacità di concentrazione e dalla presenza di sentimenti di colpa e svalutazione. È raro che una persona affetta da ciclotimia provi solo una di queste fasi, infatti deve quotidianamente affrontare i problemi che derivano dall’oscillazione imprevedibile del proprio umore e dalle difficoltà di elaborazione e pianificazione delle attività quotidiane. I primi due anni in cui sono presenti i sintomi le fasi di alti e di bassi sono meno estremi; in seguito possono aumentare di intensità e aggravarsi. I pazienti potrebbero presentare episodi maniacali completi oppure avere episodi depressivi che rispettano i criteri di una diagnosi di depressione maggiore. È un disturbo che dura molti anni, con un esordio precoce, e spesso si considera come una predisposizione ad altri disturbi dell’umore; infatti in circa il 15-25% dei casi i pazienti ciclotimici sviluppano successivamente un disturbo bipolare.

Quali sono i criteri diagnostici

I criteri diagnostici del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) da soddisfare per formulare una diagnosi di ciclotimia sono:

  • Non si hanno episodi maniacali, depressione maggiore o disturbo schizoaffettivo, nè allucinazioni o deliri;
  • Avere avuto numerosi periodi di umore elevato (ipomania) e molti periodi di sintomi depressivi per almeno due anni;
  • I sintomi non sono causati da un abuso di sostanze o da una condizione medica;
  • I sintomi influenzano in modo significativo la vita sociale, il lavoro, la scuola;
  • I periodi di stati d’animo stabili di solito durano meno di due mesi.

Capita spesso che vengano fatte erronee diagnosi di ciclotimia, senza calcolare ce le oscillazioni del tono dell’umore frequenti e repentine sono sintomi comuni in molte altre problematiche psicologiche, come quelle dei disturbi di personalità. Un esempio sono i pazienti con disturbo borderline che hanno frequenti fluttuazioni dello stato dell’umore anche per eventi banali. Gli psichiatri però spesso ignorano la diagnosi personologica e medicalizzano i sintomi con una base psicologica al fine di giustificare che la terapia farmacologica con stabilizzanti del tono dell’umore sia necessaria.

Tipi di trattamento

Ci sono dei casi di comorbidità del disturbo ciclotimico con disturbi da iperattività e deficit da attenzione negli aduti; pazienti che solitamente appaiono resistenti al trattamento farmacologico con antidepressivi, particolarmente relativo ai tricicli e agli IMAO, invece presentano risposte positive ai trattamenti con stabilizzanti dell’umore.

Le ricerche scientifiche dimostrano che in caso di ciclotimia è importante la psicoterapia per avere dei miglioramenti riguardo alla stabilità dell’umore. Risulta essere molto efficace in particolare la terapia a orientamento cognitivo-comportamentale, poiché aiuta le persone a riconoscere con rapidità i sintomi iniziali e le varie fasi in modo da modificare e affrontare gli stili di pensiero disfunzionali e le relative problematiche.

Sono inoltre molto frequenti le prescrizione di psicofarmaci per la cura del disturbo ciclotimico, anche se solitamente è raccomandabile farne a meno con l’aiuto di un buon intervento psicoterapeutico.

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