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Quando viviamo un evento traumatico e non riusciamo ad elaborarlo, l’informazione proveniente dal trauma rimane neurologicamente isolata, incapace di operare un’integrazione adattiva con le informazioni già presenti in memoria.
Questo significa che l’informazione rimane immagazzinata nel cervello, isolata ma attiva, con la tendenza a riprodurre le stesse emozioni, convinzioni, sensazioni fisiche, sperimentate al momento dell’esperienza originaria.
Il motivo di questo stato di isolamento delle informazioni traumatiche è dovuto, tra l’altro, a un’eccessiva eccitabilità dell’amigdala divenuta cronica.

Amigdala e Ippocampo

L’amigdala è una piccola porzione del nostro cervello dove sono conservate tutte le emozioni. Ha, tra le altre, la funzione di segnalare situazioni di pericolo per la sopravvivenza e valuta l’intensità emotiva delle esperienze che viviamo, che poi vanno a sedimentarsi sotto forma di “memorie emotive“.
Elabora le sensazioni di pericolo, le emozioni positive (come felicità,  piacere, eccitazione) e le emozioni negative (paura, tristezza, ansia e rabbia).
Si attiva a seguito di stimoli ambientali (ad es. le espressioni del volto delle persone con cui ci relazioniamo) e stimoli interni (preoccupazioni o pensieri).

L’eccessiva eccitazione dell’amigdala, che ha come concausa un insufficiente controllo inibitorio della corteccia prefrontale mediale, interferisce con il funzionamento dell’ippocampo.
L’ippocampo è anch’esso coinvolto nella formazione delle memorie e dei ricordi delle nostre esperienze di vita più significative. L’ippocampo in particolare si occupa della memoria dichiarativa mentre l’amigdala si occupa della memoria autobiografica.
L’ippocampo immagazzina informazioni sterili (ricordi spogliati di significato emotivo), l’amigdala elabora le sensazioni legate a quei particolari eventi, che possono essere rievocati e rivissuti facendoci ri-sperimentare nuovamente nel qui-e-ora le stesse sensazioni a livello “fisico” dell’esperienza passata. È proprio nell’amigdala che sono depositati i traumi infantili e i momenti di sofferenza vissuti nel passato, incluse le nostre paure, fobie ed ansie.

Eccessiva eccitazione dell’amigdala e inibizione dell’ippocampo

L’eccessiva eccitazione dell’amigdala inibisce l’ippocampo nella sua funzione di valutare i dati provenienti dall’esperienza, assimilarli, memorizzarli, ordinarli, rendendo possibile un’archiviazione soddisfacente in termini di sicurezza e coerenza. In queste condizioni i ricordi sono immagazzinati in modo frammentato con emozioni e sensazioni disturbanti, mantenendo il cervello in uno stato d’allarme.
Le informazioni derivanti dal trauma con la loro carica emotiva disfunzionale, influiscono sulla percezione delle nuove esperienze, contribuendo alla costruzione di schemi cognitivi ulteriormente disfunzionali, dove il presente diventa patologicamente condizionato dalle passate esperienze di eventi traumatici, e a sua volta tende a condizionare l’esperienza di eventi futuri.

Emisfero destro e emisfero sinistro: come funziona la psicoterapia?

Le memorie dell’evento traumatico soprattutto quelle emotive e corporee, sono immagazzinate prevalentemente nell’emisfero destro del cervello, in forma frammentata e non integrata, con scarso collegamento col cervello sinistro, in cui ha sede tra l’altro, il centro funzionale del linguaggio.
Questo spiega perché la psicoterapia tradizionale, quando è prevalentemente basata sulla parola, mostra grossi limiti nel risolvere efficacemente i traumi, soprattutto quelli precoci, le cui memorie sono essenzialmente di natura emotiva, corporea e a localizzazione emisferica destra.
Quando un’esperienza traumatica non è integrata attraverso i canali normali dell’elaborazione della memoria il ricordo rimane nello stato originale, in forma criptica, ma sollecitato a riemergere in modo disfunzionale appena non stimolo che ricorda l’evento si presenta.
Ecco perché l’EMDR, a differenza della psicoterapia classica basata sulla parola, risulta una tecnica estremamente efficace nell’elaborazione delle esperienze traumatiche e nella risoluzione dei sintomi ad esse collegate.

Per approfondimenti leggi questo articolo: Terapia EMDR: cos’è e come funziona

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