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Non so più cosa fare. Matilda fa quello che vuole, non rispetta nessuna regola, in classe disturba in continuazione. Mi picchia, l’ultima volta mi ha lasciato questo livido...”

Il papà e la mamma di Matilda sono veramente esasperati dal comportamento aggressivo della loro bambina, non riescono a farle rispettare nessuna regola e anche a scuola le insegnanti si lamentano moltissimo.

I comportamenti aggressivi dei bambini in età scolare, costituiscono un problema che si estende a più livelli, portando con sé criticità sia per il comportamento stesso e la sua gestione, sia perché questi bambini generalmente hanno maggiori difficoltà nel rendimento scolastico  e nelle competenze sociali, con conseguenze che si ripercuotono negli anni.

 

Quali sono i comportamenti aggressivi nei bambini?

I comportamenti aggressivi nei bambini si manifestano attraverso la disobbedienza agli insegnanti, spesso si inventano storie mai accadute,  mentono, si mettono nei guai, si comportano in modo tale da infastidire le altre persone  e cercano uno scontro  fisico e/o  verbale con i compagni.

In generale, per considerare aggressivo un comportamento, il bambino deve agire con l’intenzione di creare disagio agli altri, siano essi coetanei o adulti.

È importante che già alla scuola materna, se un bambino risponde male alle maestre o picchia gli altri compagni, i comportamenti non vengano sottovalutati o giustificati, considerandoli “non intenzionali” o non “gravi” per prevenire che questi si perpetuano nel tempo.

 

Che ruolo gioca la famiglia?

Quello che conta nell’insorgenza di problematiche comportamentali aggressive, oltre al temperamento del bambino o dell’ambiente esterno, è lo stile genitoriale negativo. In particolare, è stato rilevato che quando i genitori esprimono emozioni negative dirette al proprio figlio e quando ci sono conflitti tra la mamma e il bambino, si creerebbe un circolo vizioso in cui la negatività della madre suscita alti livelli di rabbia, nervosismo e ostilità nel piccolo, che, così facendo, a sua volta, stimola ancora più ostilità nella madre stessa. Di conseguenza i bambini, con il passare del tempo, diventerebbero incapaci di regolare le proprie emozioni negative quando queste si manifestano nel gruppo dei pari, portandoli ad agire in modo aggressivo.

Un altro fattore collegato all’insorgenza dell’aggressività nei bambini è lo stile genitoriale autoritario, caratterizzato da bassa responsività ai bisogni del bambino, relazione parentale poco calorosa ed elevato controllo coercitivo, manifestato attraverso punizioni, ostilità verbale e mancanza di spiegazioni in merito ai comportamenti aiuti che li hanno portati ad essere puniti. Questa modalità porterebbe alla comparsa di comportamenti oppositivi e aggressivi, sia per apprendimento poiché il bambino replica ciò che ha imparato dal genitore con il gruppo di pari sia per l’emotività negativa che vive costantemente e che non lo rende capace di affrontare i problemi utilizzando modalità diverse.

 

Come comportarsi con questi bambini? Alcune linee guida

  • Incoraggiare i comportamenti positivi: le punizioni non servono molto, è, al contrario, indispensabile rinforzare i comportamenti positivi, sottolineando e lodando quando il bambino si comporta bene. Si possono dare delle piccole ricompense, ad esempio figurine, per ogni comportamento corrette e al raggiungimento di un cerco numero di punti si può stabilire insieme un premio.
  • Essere costante: è importante che il bambino sia a conoscenza del fatto che ad ogni comportamento segue una determinata conseguenza. È inoltre fondamentale che il genitore tenga una linea coerente nell’educazione del figlio, condivisa con tutta la famiglia e anche con la scuola.
  • Stabilire limiti e creare aspettative: i bambini devono sapere quello che ci si aspetta da loro, spiegando con precisione le aspettative che si hanno.
  • Stabilire cosa fare quando manifesta comportamenti aggressivi, tenendo conto dell’età e della tipologia del comportamento. È fondamentale, anche in questo caso, tenere una linea comune e costante. La strategia più usata è quella di ignorare il comportamento o distrarlo. È utile spiegargli con calma le conseguenze delle sue azioni con calma. È importante non alzare il tono della voce e sgridarlo e lodarlo non appena smette di comportarsi in modo aggressivo, rinforzando quindi il comportamento positivo.

La famiglia diventa fondamentale nel processo si cura del bambino con problematiche comportamentali. Il terapeuta, oltre a lavorare con il bambino, aiuta i genitori ad essere più efficaci nella gestione delle dinamiche comportamentali che caratterizzano la quotidianità. Inoltre si lavora per costruire un ponte comunicativo anche con le insegnanti al fine di collaborare tutti perseguendo gli stessi obiettivi e dare

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